Luoghi della Sicilia

Qual è la chiesa più grande della Sicilia?

Chiesa di San Nicolò l'Arena, Catania

Qual è la chiesa più grande esistente lungo il territorio siciliano? Quando si parla di edifici sacri, l’imponenza delle dimensioni rappresenta quasi una misura della devozione delle comunità cui gli stessi fanno riferimento. Una regola cui non sfugge neanche la Sicilia. Nell’isola, infatti, non mancano edifici sacri molto ampi, a partire dal Duomo di Catania e dalla Cattedrale di Palermo. Eppure, chi pensasse che a uno dei due spetti il primato in tal senso sbaglierebbe. La chiesa più grande è posizionata a Catania, ma è quella di San Nicolò l’Arena. Andiamo quindi a conoscerla più da vicino.

Una chiesa mai completata

La chiesa di San Nicolò l’Arena fa parte, insieme all’imponente monastero attiguo, del complesso dei Benedettini di Catania. Il secondo, peraltro, fa parte dei luoghi del sito Unesco di Val di Noto, in quanto la sua facciata vede la presenza di suggestive decorazioni barocche.

Cupola della Chiesa di San Nicolò l'Arena, Catania

Cupola della Chiesa di San Nicolò l’Arena, Catania

La prima caratteristica della chiesa a saltare agli occhi dell’osservatore, però, non è la sua grandezza, ma il fatto che rappresenti in fondo una vera e propria incompiuta. A renderla tale il fatto che la facciata non sia mai stata completata. La sua costruzione, iniziata nel ‘600, fu infatti resa complicata da una serie di terremoti ed eruzioni dell’Etna che caratterizzarono il lasso di tempo in questione.

Nel secolo successivo cercarono di portarla a termine vari architetti, tra cui Francesco Battaglia, i fratelli Amato (Andrea e Antonino), Carmelo Battaglia Santangelo e Stefano Ittar. I progetti di completamento si arenarono però alla fine del secolo successivo, in particolare a causa del prosciugamento dei fondi. Un esito derivante proprio dall’imponenza dell’edificio e dalle spese che comportava per la sua rifinitura.

Navata della Chiesa di San Nicolò l'Arena, Catania

Navata della Chiesa di San Nicolò l’Arena, Catania

Il risultato è quello che possiamo vedere ancora oggi, con un interno che risulta abbastanza spoglio per effetto delle grandi dimensioni e della scelta degli stucchi bianchi, destinati a conferire alle stesse ancora maggior risalto. Nonostante la presenza di dipinti, altari, decorazioni in marmo e cappelle.

La meridiana, Wolfgang Sartorius von Waltershausen (1839).

La meridiana, Wolfgang Sartorius von Waltershausen (1839).

In questo contesto spiccano la meridiana realizzata da C.W. Peters e S. Walterhausen nel 1841, guarnita delle figure zodiacali realizzate da Bertel Thorvaldsen posizionata nel lungo transetto, oltre all’organo settecentesco in legno intagliato e dorato. Il secondo, in particolare, realizzato da Donato Del Piano, vede la presenza di oltre 2900 canne.

Organo di Donato del Piano nel presbiterio della Chiesa di San Nicolò l’Arena, Catania

Organo di Donato del Piano nel presbiterio della Chiesa di San Nicolò l’Arena, Catania

Per quanto riguarda le dimensioni, esse raggiungono i 105 metri in lunghezza, 48 in larghezza e 66 in altezza. Tali da conferirle un sorprendente primato all’interno dell’isola.

Le altre chiese di rilievo in Sicilia

Il primato di San Nicolò l’Arena sorprende soprattutto in quanto la chiesa etnea non è molto conosciuta. Perlomeno non lo è quanto la Cattedrale di Sant’Agata, anch’essa posizionata a Catania, il Duomo di Siracusa, quello di Monreale, la Cattedrale di Noto o quella della Vergine Santa Maria Assunta di Palermo.

Monastero dei Benedettini di San Nicolò l'Arena, Catania

Monastero dei Benedettini di San Nicolò l’Arena, Catania

Siti largamente conosciuti che devono però cedere dal punto di vista dimensionale se confrontati con la prima. A spiegarne le misure extra large, del resto, è il fatto che a portarne avanti la costruzione fu quell’ordine del Benedettini che anche a Catania si fece notare per le manie di grandezza. Un’ambizione smodata, che trae del resto le sue origini dalle funzioni che Carlo Magno affidò ai suoi aderenti con l’invito esplicito a prendere parte al rinnovamento culturale dell’Impero e a conservare i testi antichi. Oltre a conservare il patrimonio culturale dell’antichità, i monasteri si trasformarono quindi in importanti centri tesi all’educazione dei giovani, in cui erano solitamente presenti una biblioteca, più o meno fornita, e lo scriptorium. In questo quadro, non stupisce quindi eccessivamente la decisione di erigere edifici contraddistinti da grandi dimensioni, come nel caso della chiesa di San Nicolò l’Arena.

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