Storie dalla Sicilia

Storia della Coppola Siciliana: da segno distintivo di una classe sociale a emblema di una regione

Personaggi film con coppole siciliane

Nei mercatini rionali di Palermo è ancora possibile reperirne straordinarie versioni artigianali, anche se la coppola è ormai da tempo fabbricata a livello industriale, tornando spesso di moda, alla stregua di un fiume carsico. Del resto stiamo parlando di un vero e proprio simbolo per la Sicilia, anche se spesso viene associata alla mafia. Come è ad esempio accaduto nella quarta stagione di Fargo, in cui Salvatore Esposito, noto anche per aver ricoperto il ruolo di Gennaro Savastano in Gomorra, risulta praticamente inseparabile dal caratteristico copricapo siciliano. Una associazione che, però, risulta alquanto impropria, considerato come di essa si parli già nel vocabolario napoletano del 1789, ovvero quando ancora non si poteva parlare di criminalità organizzata vera e propria.

Proprio in considerazione del rilievo assunto con il trascorrere del tempo, la coppola può però essere considerata una rappresentazione visiva della complessità dell’isola. Andiamo quindi a cercare di delinearne la storia.

Quando è nata la coppola?

La nascita della coppola viene solitamente attribuita all’Inghilterra del XVI secolo, nel corso del regno dei Tudor. Quando fu un Atto del Parlamento, emanato nel 1571, a stabilire che tutti i maschi di età superiore ai sei anni, con l’eccezione degli appartenenti alle classi più elevate, avevano l’obbligo di indossare un copricapo in lana, prodotto esclusivamente all’interno del Paese, quando si recavano in chiesa per la messa.

Principe Filippo con la Coppola

Il Principe Filippo, marito della Regina Elisabetta, ad un torneo indossa una coppola

Tra di essi si affermò soprattutto il flat cap, una sorta di cuffia dotata di cupola alta. Nella quale, la corona liscia e composta da un unico pezzo foderato è progettata con il fine di andarsi ad adagiare leggermente sulla tesa rigida del cappello. Le due parti in questione, sono a loro volta non di rado appuntate mediante un punto o un bottoncino a pressione. Andando a creare la caratteristica forma allungata dal retro della testa fino alla visiera che ha spinto gli inglesi a denominarlo flat cap, ovvero cappello piatto.

Da copricapo proletario ad accessorio dei ricchi

Quello della coppola è stato un destino abbastanza strano. Nato come copricapo ad uso e consumo delle classi proletarie, con il passare del tempo si è trasformato in un must per le classi agiate. In particolare per gli amanti della caccia alla volpe o del golf.

Una evoluzione che ha interessato del resto anche la Sicilia, dove per lungo tempo la coppola è stata associata ai ceti benestanti. Anche perché la sua diffusione potrebbe essere stata agevolata proprio dagli imprenditori inglesi che nel corso dell’Ottocento iniziarono a vedere nella Sicilia un luogo ideale dove indirizzare i propri investimenti.

Al Pacino in una scena girata in Sicilia del Padrino, per la regia di Francis Ford Coppola

Al Pacino in una scena girata in Sicilia del Padrino, per la regia di Francis Ford Coppola

Con il passare del tempo, però, anche gli uomini d’onore, in particolare i picciotti, i più giovani aderenti alla criminalità organizzata, aderirono alla nuova moda. E proprio ad essi è dovuto il modo particolare di portarla al rovescio (sghimbescio), come a voler dimostrare la ribellione all’ordine costituito e, di conseguenza, alla legge.

Una voglia di distinzione la quale, del resto, ha caratterizzato anche la sua diffusione negli Stati Uniti, dove all’inizio del XX secolo era possibile trovarne versioni come il golf cap o il newsboy cap. Il primo in voga tra i benestanti, il secondo utilizzato dagli strilloni. Ad indicare una crescente democratizzazione del suo utilizzo.

Andrea Camilleri con la Coppola

Andrea Camilleri amava così tanto la coppola da usarla spesso e ne faceva menzione in tutti i suoi romanzi

La rinnovata popolarità garantita dai grandi marchi della moda

La fama equivoca della coppola è stata però infranta, almeno in parte, nel corso degli ultimi decenni. Quando un numero crescente di case di moda ha deciso di dare la propria personale interpretazione del tradizionale copricapo siciliano. Suddividendosi tra quelle che hanno optato per la versione piatta, priva di cuciture sulla sommità e caratterizzata da una visiera molto ridotta, e quelle che hanno invece privilegiato la versione a spicchi, dotata di una visiera più consistente e di una serie di triangoli assemblati al centro, fissati con una sorta di bottone. Per effetto di questa sempre più larga adozione, la coppola ha quindi perso la sua connotazione più equivoca, guadagnandosi un ruolo sempre più ampio nel mondo della moda.

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