Chi è l’inventore del gelato? In effetti non è facile attribuire la paternità della preparazione alimentare portata allo stato solido e pastoso tramite il congelamento e la contemporanea agitazione. Se nell’antichità si refrigeravano la frutta, il latte, il miele e altri alimenti con l’intento di preservarli, nei secoli successivi si hanno notizie analoghe, ad esempio nella Cina dei Ming (618-907). Di gelato vero e proprio, però, si inizia a parlare soltanto nell’ultima parte del XVII secolo, quando a Parigi aprì Le Procope, tutt’ora esistente. Proprio a questo caffè letterario, il primo nel suo genere in Europa, è legata la fama di Francesco Procopio Cutò e la sua candidatura a inventore del gelato.
È Francesco Procopio Cutò l’inventore del gelato?
Già sulla nascita di Francesco Procopio Cutò le voci sono discordanti. Se molti tendono a collocarla ad Aci Trezza, non mancano i sostenitori dell’ipotesi di una sua nascita a Palermo. L’unica cosa certa, al proposito, è che essa si verificò nel 1651, da Onofrio e Domenica Semarqua. Ad attestarlo è proprio l’atto che lo unì in matrimonio più tardi con Marguerite Crouin, dalla quale ebbe otto figli.
La seconda ipotesi si fonda in particolare su un attestato di battesimo rinvenuto presso l’archivio parrocchiale della Chiesa di Sant’Ippolito, posizionata all’interno del quartiere Capo del capoluogo siciliano. Dal quale si apprende che il battesimo venne celebrato il 10 febbraio 1651, ovvero il giorno successivo alla sua nascita. Sempre dal certificato di battesimo emerge una seconda novità, quella relativa al cognome, che sarebbe il greco, “Cutò”, relativamente diffuso nella regione, e non “Coltelli”. A spiegare il successivo malinteso è il fatto che francese la parola “coltelli” (couteaux) suona in maniera molto simile a “cutò”. Molto probabilmente, però, una ipotesi non esclude l’altra e porta altri a ritenere che Francesco Procopio Cutò sia effettivamente nato a Palermo per poi iniziare a operare nel settore commerciale ad Aci Trezza. E proprio nella località alle pendici dell’Etna sarebbe entrato in contatto con la neve, da cui avrebbe tratto ispirazione per il suo gelato.
Dalla Sicilia a Parigi
Compiuti i vent’anni, il giovane siciliano decise di emigrare a Parigi, iniziando a lavorare in qualità di cameriere in un locale di Saint Germain. Ovvero proprio nel quartiere in cui nel 1686 aprì il suo caffè, Le Procope. Una decisione baciata da immediata fortuna, in quanto subito dopo l’apertura, nello stesso luogo la Comédie Française decise di trasferirsi proprio di fronte al suo locale, in Rue de l’Ancienne Comédie. Un evento tale da contribuire in maniera praticamente decisiva al suo successo.
I tanti artisti e teatranti gravitanti nella sua orbita, infatti, elessero proprio Le Procope come luogo ideale di frequentazione. Magari spinti, anche se questo non lo sappiamo, proprio dalla possibilità di degustare quei sorbetti che in Sicilia avevano avuto la loro prima diffusione sotto la dominazione araba. Va infatti sottolineato come il termine sorbetto tragga secondo alcuni le sue origini dall’arabo “scherbet”, ovvero dolce neve, mentre altri tendono a privilegiare l’ipotesi che derivi invece da “sharber”, sorbire.
Nell’uno e nell’altro caso furono però i siciliani ad adoperarsi con la loro fantasia per perfezionare i sorbetti, conquistando con le loro creazioni anche la Francia. Come dimostra la decisione da parte di re Luigi XIV, conquistato dai suoi gelati, di affidare a Procopio Cutò una concessione reale per alcune delle sue specialità.
Il successo de La Procope
In breve tempo il Caffè Procope divenne il luogo di ritrovo più esclusivo di Parigi. Come testimonia la presenza al suo interno di letterati come Rousseau, Voltaire, Verlaine, Balzac, Victor Hugo e Diderot. Il quale proprio nei suoi locali compose alcune voci della sua Encyclopédie. Oltre che di personalità storiche come il giovane Napoleone Bonaparte, Danton, Marat, e Benjamin Franklin, del quale una targa commemorativa posta al suo interno ricorda che proprio al Caffè Procope dette vita al progetto di Alleanza tra Luigi XVI e la neonata Repubblica degli Stati Uniti.
Dopo la sua morte il Caffè Procope non vide comunque declinare le sue fortune. Tanto che ancora oggi viene annoverato tra i Monumenti Storici di Parigi, attirando un gran numero di visitatori, intenzionati a respirare l’atmosfera che lo caratterizza.
Fai conoscere questa pagina ai tuoi amici!