L’omu gilusu mori curnutu, un proverbio che affonda le sue radici nella credenza che tutti gli uomini siciliani siano gelosi. È davvero così? Gli uomini siciliani sono gelosi sino all’inverosimile o si tratta solo di un banale cliché? E le donne siciliane invece? Andiamo a scoprire insieme la cultura popolare che aleggia attorno alla gelosia dei siciliani, le leggende e qualche piccola e interessante curiosità.
Siciliani, gli uomini più gelosi d’Italia
Ovvio, non è possibile generalizzare. Gli uomini siciliani però sono da sempre considerati focosi, passionali e desiderosi di possedere la donna che amano al cento per cento, in modo completo, totale, e proprio per questo motivo gelosi. Sono stati dipinti proprio in questo modo nel corso degli anni anche da molti scrittori, Verga in primis.
È una gelosia così passionale, da risultare ricca di fascino. Quante donne sono arrivate in Sicilia per una vacanza e sono poi rimaste sull’isola per il resto della vita! Quante donne quella gelosia la bramano perché capace di farle sentire desiderate, le regine del mondo intero! Se è vero che le cose stanno proprio in questo modo, viene naturale chiedersi però il perché di questa gelosia dei siciliani, da dove arrivi insomma questo tormentoso sentimento che rabbuia il loro cuore.
Gelosia, un sentimento che nasce dal concetto tradizionale di famiglia
Secondo alcune persone la gelosia dei siciliani affonda le sue radici nelle più antiche tradizioni dell’isola. Un tempo tutti i siciliani consideravano la famiglia come un microcosmo infatti in cui l’uomo era al centro, essere predominante della famiglia, a cui la donna e i figli dovevano essere fedeli e dediti. Le donne avevano una posizione di secondo piano e venivano guardate come creature che dovevano dare tutte loro stesse per il loro uomo, prendendosi cura di lui al cento per cento. Ovvio, oggi il modo di concepire la famiglia è cambiato, ma nonostante questo sembra che alcuni elementi di queste antiche concezioni siano rimasti accesi. Se è vero, è possibile che siano questi elementi ancestrali a far scatenare nell’uomo siciliano la gelosia.
La gelosia dei papà e delle mamme
Sembra inoltre che questi elementi ancestrali abbiano un peso non solo tra amanti, fidanzati, sposi, ma anche tra i padri e le loro figlie. È leggendaria la gelosia dei papà siciliani! Non riescono proprio ad accettare che le loro bambine stiano crescendo, nonostante le forme ormai prosperose e un’età quasi da marito. Le discussioni ovviamente sono all’ordine del giorno, ma la verità è che ad ogni ragazza fa piacere restare per sempre la picciridda di papà.
Anche le mamme siciliane sono gelose e possessive, nei confronti però solo dei figli maschi. La furbizia, si sa, è femmina ed infatti le mamme siciliane difficilmente discutono con i loro figli apertamente e a voce alta. Preferiscono qualche sotterfugio che consenta di allacciare con i figli un legame che definire stretto è dir poco, così che l’uomo siciliano anche a 50 anni suonati racconti sempre tutto alla sua mamma. Una gelosia più furba, fine, sottile.
E se fosse tutta colpa del caldo? O forse dell’Etna?
Si, la gelosia dei siciliani è leggendaria. Ma siamo proprio sicuri che sia tutta colpa delle tradizioni? In molti credono che non sia affatto così. È il clima dell’isola a rendere gelosi i siciliani!
In Sicilia il clima è molto caldo, in alcuni periodi dell’anno torrido. È comune pensare che sia proprio questo caldo intenso ad infuocare l’animo degli uomini siciliani, a renderli caldissimi a loro volta, passionali e proprio per questo motivo anche capaci di provare un’intensa gelosia. E nei periodi di siccità, quando la curiosità aumenta ma non là si può dissetare, quando si vorrebbe tutto e subito ma non lo si può avere, allora sì che la gelosia può letteralmente esplodere.
Senza dimenticare l’Etna! Il vulcano attivo tra i più alti e suggestivi sembra simboleggiare il fuoco che arde nell’animo dei siciliani, un fuoco che bolle e ribolle e che in qualche caso può strabordare, fuoriuscire, superare un po’ il limite. L’uomo siciliano, un vulcano di emozioni sempre pronto ad eruttare!
L’Etna è diventato il simbolo della gelosia siciliana anche per colpa di una leggenda. Si narra che un tempo proprio l’Etna fosse l’officina del Dio Efesto, che tutti conoscevano semplicemente come Vulcano. Vulcano si innamorò di una ninfa di nome Rosemarine. Giovane e bella, Rosemarine non era interessata a Vulcano, anche perché nel suo cuore c’era già un altro uomo, il pastore Mascali. Quando Vulcano scoprì che la sua amata era innamorata di un altro si adirò così tanto da far eruttare l’Etna che con la sua violenza distrusse tutto il paesaggio circostante e le persone che vi vivevano.
Solo la vallata dove viveva Rosemarine si salvò dalle fiamme. Vulcano infatti cercò di salvare la sua amata, invano però dato che lei per la disperazione si gettò tra le fiamme per ricongiungersi con Mascali. Gli abitanti della zona decisero di ricostruire il villaggio distrutto dall’Etna e gli dettero il nome di Mascali, un villaggio che è stato più volte sommerso dalla lava incandescente nel corso degli anni, così da fomentare la leggenda della gelosia di Vulcano.
E le donne siciliane? La leggenda delle teste di moro
Se una delle ipotesi sopra citate sia vera oppure no, impossibile saperlo. Quel che è certo è che non sono solo gli uomini dell’isola ad essere da sempre considerati gelosi. Anche le donne siciliane stando al comune pensare sono sempre state capaci di provare un sentimento simile nei confronti dell’uomo con cui hanno scelto di condividere la loro vita. A questo proposito vogliamo raccontarti una leggenda ricca di fascino, quella delle teste di moro.
Si narra che un tempo vivesse a Palermo, per la precisione nell’antico quartiere Kalsa, una giovane fanciulla bellissima, aggraziata, ricca di un fascino senza eguali. La giovane non aveva una vita particolarmente mondana. Anzi, era solita trascorrere in casa la maggior parte del suo tempo. Tra le cose che più amava fare, prendersi cura delle sue bellissime piante. Il suo balcone era senza alcun dubbio uno tra i più belli di tutta Palermo, anzi forse della Sicilia intera, pieno di piante, verdeggiante, rigoglioso, lussureggiante. Un vero piacere per gli occhi! E infatti tutti i passanti erano soliti guardare a quel balcone con interesse e curiosità, ammaliati da quella bellezza e dalla grazia di quella fanciulla che aveva occhi solo per le sue piante.
Anche un giovane moro si ritrovò a guardare incantato verso quel balcone. A lui però non interessava poi molto di quelle piante, era solo la fanciulla ad attirare la sua attenzione. Se ne innamorò all’istante. Un colpo di fulmine in piena regola! Il giovane moro decise di non perdere tempo e entrò nella casa della fanciulla per dichiarare il suo amore e dirle che la desiderava ardentemente.
La giovane, colpita da così tanta passione, ricambiò immediatamente il suo amore. I due iniziarono una storia d’amore semplicemente meravigliosa e la fanciulla sembrava davvero felice, radiante. Peccato però che dopo poco tempo scoprì che il moro l’aveva presa in giro. In Oriente aveva una moglie e dei figli e ben presto sarebbe tornato da loro. Gelosa sino all’inverosimile, lo uccise nella notte decapitandolo.
La sua era una vendetta in piena regola, certo, ma era anche un modo per far sì che il moro potesse restare con lei per sempre. Le venne infatti in mente un’idea geniale, trasformare quella testa in un vaso per le sue piante.
Le teste di moro, da leggenda a tradizione
Dopo aver realizzato questo vaso, la giovane lo mise in bella mostra sul balcone. Era soddisfatta, ma era anche afflitta dal dolore, dalla sofferenza, dalla delusione, dalla mancanza dell’unico uomo che aveva mai amato, così tanto afflitta che piangeva in continuazione.
Le sue lacrime cadevano proprio sul basilico, regalando alla pianta ciò di cui aveva bisogno per crescere. Ed ecco infatti che giorno dopo giorno quella pianta divenne bellissima e rigogliosa. I passanti guardavano a quella pianta di basilico con invidia, tanto da decidere di realizzare anche loro dei vasi di terracotta con le fattezze della testa di un moro.
È diventata una tradizione mettere in bella mostra dei vasi a forma di testa di moro in giardino, sul balcone, alla finestra. C’è chi preferisce utilizzare le teste di moro come soprammobili o complementi d’arredo da mettere in casa su mensole, tavolini, librerie, caminetti, ma comunque il discorso non cambia, avere almeno una testa di moro è d’obbligo in ogni casa. Per fortuna sono molti gli artigiani che realizzano ancora del tutto a mano meravigliose teste di moro in terracotta, ricche di decorazioni e di colori. Un prodotto assolutamente da prendere in considerazione durante il tuo prossimo soggiorno in Sicilia, simbolo di gelosia e amore, simbolo della tipica passione siciliana.
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