Prodotti e Sapori Siciliani

Capperi di Pantelleria: Storia, Caratteristiche, Prezzo al Kg e Ricette

Capperi di Pantelleria

I capperi sono molto ricercati dai buongustai. Il loro inconfondibile sapore è in grado di apportare notevoli benefici alle pietanze a cui vengono aggiunti, si tratti di pasta, carne o pesce. In questo particolare ambito, un ruolo del tutto particolare è ricoperto da Pantelleria, dove in pratica tutte le famiglie che vi risiedono sono solite coltivarli. Nonostante le difficoltà che ciò comporta, a partire dalla necessità di dare vita a muretti a secco destinati a proteggere il terreno faticosamente strappato alla natura selvaggia al fine di creare terrazzamenti coltivabili. Una vera e propria impresa tale da testimoniare l’amore dei panteschi per i capperi.

Cos’è il cappero di Pantelleria IGP?

Come cappero di Pantelleria IGP si indica il bocciolo fiorale della pianta appartenente alla specie botanica Capparis spinosa, varietà Inermis, cultivar Nocellara, che è il risultato di un processo di maturazione tramite salatura con sale marino fresco. La sua zona esclusiva di produzione è proprio situata nell’omonima isola facente parte del territorio della provincia di Trapani.

Fiori e bottoni (capperi) a Pantelleria

Fiori e bottoni (capperi) a Pantelleria

Il cappero di Pantelleria IGP si presenta con una forma globosa, subsferica, più raramente lunga e conica, caratterizzata da colore verde che tende al senape. All’odore forte si aggiunge un sapore aromatico e tipicamente salato. La maggiore intensità di quest’ultimo, in particolare, deriva dalla presenza nel terreno lavico di elevatissime percentuali di glucocapparina, una sostanza proteica. All’interno di ogni confezione la percentuale di sale marino non deve oltrepassare il 25% del peso dei capperi.

Per poter essere conservato correttamente, il Cappero di Pantelleria IGP deve essere lasciato al naturale, sotto sale marino, dove la sua durata può raggiungere anche degli anni senza che vengano meno le sue speciali caratteristiche organolettiche.

Prima che sia consumato è però fondamentale l’eliminazione del sale in eccesso, sottoponendo il prodotto ad un lavaggio in acqua corrente. In tal modo il cappero si rivela come un ingrediente fondamentale per la cucina mediterranea, potendo essere abbinato alla pasta, alle carni e al pesce.

In particolare, risulta una vera prelibatezza sulla Pizza Napoletana STG e su quella siciliana, oltre a poter essere utilizzato nella preparazione degli “spaghetti alla puttanesca” e del “pesto pantesco” in concorso con pomodoro, origano, acciughe e olive nere.

Insalata pantesca

Insalata pantesca

Un posto tutto speciale spetta però al piatto simbolo di Pantelleria, l’insalata pantesca, nella quale l’aroma dei capperi va a disseminarsi tra patate bollite, cipolla, pomodori, olive, olio e origano, rigorosamente locali.

Le difficoltà legate alla raccolta dei capperi di Pantelleria

Se la necessità di erigere muretti a secco comporta difficoltà notevoli, non meno complicato è il processo legato alla raccolta del cappero di Pantelleria. Un processo che ha inizio di solito verso la fine di maggio, dipendendo però per la gran parte dal meteo. Tanto da determinare annate più o meno buone, come accade per il vino. Per poi terminare verso la fine di agosto o l’inizio di settembre, comportando turni di notte che iniziano verso le tre e mezza, per protrarsi sino alle nove e mezza del mattino, quando il caldo rende impossibile la raccolta.

Cappereto a terrazze

Cappereto a terrazze

Un procedimento che presume l’impiego di personale specializzato, in quanto comporta molta cura e delicatezza. Doti che fanno preferire le donne in questo ambito, costrette però a sottoporsi ad una posizione innaturale. Le piante di cappero, infatti, sono mantenute basse per sottrarle ai forti venti che sono caratteristici dell’isola, costringendo quindi i lavoratori a restare chinati a lungo, prima di potersi riposare.

Raccolta dei capperi

Raccolta dei capperi

La storia dei capperi di Pantelleria

La storia dei capperi di Pantelleria è ricca di radici antiche e di un’importanza significativa per l’isola. Per scoprire le origini del Cappero di Pantelleria IGP, bisogna fare un viaggio nel tempo fino all’epoca dei Greci e dei Romani. Già in quei tempi, il cappero era ampiamente conosciuto non solo per il suo utilizzo gastronomico, ma anche per le sue proprietà benefiche per il corpo, oltre che per le sue virtù afrodisiache, che trovano menzione anche nella Bibbia.

Una citazione sul cappero si trova anche in “La Singolar Dottrina“, un celebre trattato culinario del Seicento scritto da Domenico Romoli, noto come Panunto. In questo testo, Romoli afferma che coloro che consumano capperi non soffriranno di disturbi alla milza né al fegato, e che il cappero è un rimedio contro la malinconia. Questa menzione conferma le virtù benefiche attribuite al cappero già da secoli.

Andando ancora più indietro nel tempo, altre informazioni sui capperi si trovano in “Breve cenno sulla Geognosia ed Agricoltura dell’isola di Pantelleria“, un saggio scritto da Pietro Caldara nel 1855 e pubblicato all’interno del Giornale della Commissione d’Agricoltura e Pastorizia in Sicilia a Palermo. Già allora, il cappero aveva un’importanza economica e commerciale considerevole per Pantelleria, competendo in termini di importanza con la viticoltura locale.

Questa storia millenaria dei capperi di Pantelleria testimonia la lunga tradizione e l’amore degli abitanti dell’isola per la coltivazione di questo prodotto unico. Il clima mediterraneo, il terreno vulcanico e le tecniche di coltivazione tramandate nel corso dei secoli hanno contribuito a creare un ambiente ideale per la produzione dei capperi di alta qualità di Pantelleria. Oggi, il cappero di Pantelleria IGP continua a essere una vera eccellenza siciliana apprezzata in tutto il mondo per il suo sapore distintivo e le sue proprietà salutari.

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