Continuiamo a parlare di ricette tipiche natalizie, dato che mancano un paio di mesi appena a questa importante festività. Oggi abbiamo deciso di raccontarti tutto, ma proprio tutto quello che c’è da sapere sulla cobaita. Si tratta di un torrone tradizionale di origine araba che i siciliani hanno fatto proprio nel corso degli anni e che è immancabile per Natale in ogni casa. Vieni con noi a scoprire gli ingredienti necessari, la ricetta e anche tante interessanti curiosità sulla storia di questo prodotto, conosciuto in Sicilia anche come giuggiulèna, termine che indica i semi di sesamo, uno degli ingredienti infatti protagonisti.
Cosa racconta Andrea Camilleri sulla cobaita
Spesso i termini cobaita e torrone sono utilizzati come sinonimi. Del tutto sbagliato! Si tratta infatti di termini che indicano due prelibatezze del tutto diverse, come ci spiega lo stesso Andrea Camilleri. Il termine cobaita o cubaita deriva dall’arabo qubbiat, ossia mandorlato. Il termine torrone è invece di derivazione spagnola, dalla parola infatti turron. Turron ha origini latine e significa tostare.
Camilleri non si ferma soltanto a questo. Racconta infatti in modo accorato il suo amore per la cobaita. Narra di aver un giorno scoperto che la nonna Elvira ogni sera prima di addormentarsi apriva il cassetto del suo comodino e tirava fuori un pezzetto di un dolce davvero molto strano, che il giovane Camilleri non aveva mai visto in vita sua. Quando chiese a sua nonna di cosa si trattasse, lei spiegò che si trattava appunto della cobaita, di cui il giovane scrittore si innamorò all’istante.
Sembra che Camilleri fosse solito mangiare cubaita praticamente ogni giorno, tanto che il dentista quando aveva appena 10 anni gli chiese se mangiasse per caso delle pietre. Racconta così Camilleri: “Ho viva ancora la sensazione di quegli anni d’infanzia quando m’infilavo la mano in tasca per prendere un pezzetto di cubaita, la fodera resa tutta appiccicosa dal miele che si scioglieva e il pezzetto di cubaita che, come una calamita, si portava appresso attaccati gli altri tesori d’allora, un francobollo, una fava caliata, un centesimo…”.
Ingredienti necessari per la preparazione della cobaita
Ti offriamo una lista degli ingredienti necessari per la preparazione della cobaita, con le dosi. Si tratta di dosi però che non è necessario seguire alla lettera. Coloro che prediligono sapori molto dolci, possono infatti abbondare con lo zucchero e con il miele, mentre chi ama i sapori più amari può scegliere di abbondare con le mandorle tostate. Dipende insomma dal proprio gusto personale!
Ecco gli ingredienti:
- 500 g di semi di sesamo
- 300 g di miele
- 150 g di zucchero
- 130 g di mandorle tostate
Preparazione della cobaita
Come puoi vedere gli ingredienti per la preparazione della cobaita sono pochi. Proprio per questo motivo viene naturale credere che la ricetta sia davvero molto semplice da realizzare. È vero, non è poi così difficile preparare una buona cobaita, una ricetta che è senza dubbio alla portata di tutti, anche di coloro che non sono molto pratici di ricette dolci.
Nonostante sia una ricetta molto semplice, è importante restare sempre concentrati, non distrarsi neanche per un istante, stare vicino ai fornelli. Il rischio infatti è quello di sbagliare i tempi di cottura. Basta qualche secondo in più, ed ecco che il proprio composto potrebbe bruciarsi. E allora addio alla tua cobaita! Nel caso, giusto che tu lo sappia, è bene aprire immediatamente le finestre per arieggiare la cucina. Quell’odore di bruciato che si viene a creare infatti può essere davvero molto difficile da eliminare! Una ricetta semplice insomma, ma a cui è necessario prestare una grande attenzione.
Detto questo, ecco il procedimento da seguire, spiegato step by step, per la preparazione del composto:
- Versa il miele in un tegame.
- Metti il tegame sul fuoco, a fiamma molto bassa.
- Aspetta che il miele si sia sciolto e aggiungi lo zucchero. Mescola il composto in continuazione, meglio se utilizzando un mestolo di legno, per evitare che si attacchi. Quando il tuo composto sta per raggiungere il punto di ebollizione, ecco che puoi aggiungere anche i semi di sesamo e le mandorle tostate, che avrai tagliato in precedenza grossolanamente.
- Fai cuocere il tuo composto a fiamma bassa sempre mescolando in continuazione.
- Il composto può dirsi pronto quando i semi di sesamo cambiano colore, diventando di un bel colore ambra. Ovviamente è importante che tutti gli ingredienti siano ben amalgamati tra loro.
- A questo punto versa il tuo composto su un piano di marmo. Se non hai un piano di marmo, posiziona della carta forno su un qualsiasi ripiano in tuo possesso o su un tagliere e versa il composto direttamente sulla carta.
- Utilizzando un mestolo di legno oppure una spatola, spiana il composto sino a quando non avrà raggiunto uno spesso tra i 5 e i 10 mm. Ovviamente è importante fare questa operazione piuttosto in fretta, pena il rischio che il composto nel frattempo si ghiacci e che non sia possibile ottenere il giusto spessore.
- La cobaita deve poi essere tagliata in tanti rettangoli, oppure in rombi, a seconda della tua preferenza, più o meno delle stesse dimensioni.
- Lascia freddare a temperatura ambiente.
- Quando sarà del tutto fredda, ecco che la cobaita è pronta per essere gustata.
Come spesso accade per ogni altra ricetta siciliana, anche in questo caso esistono molte varianti. La ricetta che ti abbiamo proposto è quella base, diffusa in tutta l’isola. C’è Chi però ama aggiungere anche dei pistacchi tritati, sia all’interno della cobaita che come decorazione. C’è anche chi ama insaporire la cobaita con un pochino di cannella macinata. C’è chi infine la aromatizza con la buccia degli agrumi siciliani tagliuzzata finemente.
La cobaita, una volta pronta, può essere servita in un vassoio o in un cestino da posizionare direttamente a centro tavola. Molti siciliani però amano incartare ogni pezzo di cobaita con della carta velina per alimenti, così da poterla conservare al meglio anche nei giorni successivi, così da poterne portare un pezzo sempre con sé.
Qualche indicazione sugli ingredienti
Gli ingredienti che abbiamo elencato sono di semplice reperibilità e sono anche molto economici. Nonostante siano di semplice reperibilità, sconsigliamo di acquistarli nella grande distribuzione. Purtroppo alcuni ingredienti presenti nella grande distribuzione non sono di alta qualità infatti. Altrettanto spesso possono essere stati contaminati da sostanze chimiche o additivi che non li rendono genuini. Nella maggior parte dei casi inoltre il loro sapore non può eguagliare quello dei prodotti ancora oggi realizzati secondo le più antiche tradizioni, in modo lento, del tutto a mano, artigianali.
Pensiamo ad esempio al miele. Se realizzato in modo artigianale e secondo le più antiche tradizioni, prestando attenzione al benessere delle api e alla sostenibilità ambientale, prestando attenzione affinché il prodotto finale possa dirsi biologico al cento per cento, assume un sapore che ha semplicemente dell’incredibile. E con un sapore così intenso, è normale che la cobaita diventi squisita, da leccarsi i baffi. Lo stesso di certo non si può dire se la cobaita è realizzata con un miele scadente, che non è biologico, che vede al suo interno la presenza di elementi che non hanno niente a che vedere con le api e con il loro lavoro.
Ovviamente sarebbe bene anche che si trattasse di prodotti tipici siciliani. Il miele siciliano è infatti rinomato in tutto il mondo, un prodotto d’eccellenza questo che garantisce alla cobaita un sapore intenso e una dolcezza estrema. Tra i mieli siciliani in assoluto migliori per la preparazione della cobaita, il miele di timo dei monti Iblei, ma ovviamente ognuno può scegliere il miele che più preferisce, in base al proprio gusto personale e al miele che è disponibile in quel preciso momento. Anche le mandorle siciliane sono molto rinomate, così come il sesamo, che in Sicilia infatti è coltivato con successo dai tempi della dominazione spagnola, soprattutto nella zona di Ragusa e Ispica, ma anche di Agrigento e Trapani.
Sappiamo perfettamente che in pochi hanno la possibilità di recarsi presso una bottega siciliana per acquistare questi prodotti, ma è anche vero che online sono disponibili ormai innumerevoli shop specializzati proprio in prodotti tipici siciliani dove poter reperire tutti gli ingredienti necessari. Anche sul nostro shop trovi alcuni di questi ingredienti, come ad esempio il miele.
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Il sesamo necessario per la cobaita, qualche piccola considerazione
Come abbiamo poco fa affermato, il sesamo è coltivato in Sicilia dai tempi della dominazione araba. Si tratta di una coltivazione che ha bisogno di terreni molto umidi. Ha trovato quindi il terreno ideale nella zone del sud est della Sicilia, dove infatti durante l’inverno i terreni vengono letteralmente sommersi dall’acqua, come se si trattasse di una vera e propria palude. In primavera l’acqua si asciuga completamente grazie al sole cocente siciliano, preparando il terreno al meglio alla semina del sesamo. Nel corso degli anni i contadini siciliani sono riusciti a selezionare in modo accurato le migliori piante, così che alla fine sia stato possibile ottenere un prodotto di altissimo livello. Da ricordare che il sesamo di Ispica in particolare è tra i più rinomati ed è oggi anche sotto Presidio Slow Food. La raccolta del sesamo deve essere fatta a mano, con il solo ausilio della falce. Le piante vengono poi legate in fasci e lasciate ad essiccare per circa 15 giorni. A quel punto i semi si aprono in modo del tutto naturale ed è possibile procedere alla fase della battitura. Le piante vengono posizionate su un telo e battute con appositi bastoni, così da avere la certezza che tutte le sementi fuoriescano. I semi devono poi essere puliti con estrema attenzione utilizzando appositi setacci.
Quando e come gustare la cobaita
Come abbiamo inizialmente affermato, la cobaita è un dolce tipico delle feste natalizie. In molte città siciliane, Palermo in primis, questo è un dolce che si prepara però anche per molte altre occasioni, ad esempio per Pasqua oppure per festeggiare nel mese di luglio la patrona della città Santa Rosalia. Secondo molti siciliani la cobaita è un dolce talmente tanto buono che merita in realtà di essere degustato ogni giorno, senza badare a quale sia il periodo dell’anno migliore. La cobaita si può ovviamente accompagnare con un bel bicchiere di vino dolce.
Solitamente i siciliani portano la cobaita in tavola alla fine del pasto, così da poterlo chiudere in dolcezza. C’è anche chi però ama avere un pezzo di cobaita in tasca, da gustare a metà mattina o a merenda, da gustare ogni qual volta si sente la necessità di un sapore dolce sul palato Ma attenzione. Come scriveva Sciascia, “ci vuole il martello a romperla”. Sì, la cobaita è davvero molto dura, proprio per questo motivo non deve essere morsa in modo violento. È necessario provare a staccare un piccolo pezzetto di cobaita, da lasciare poi ammorbidire in bocca, proprio tra la lingua e il palato. A quel punto ecco che è possibile iniziare a masticare. Ci vuole lentezza, pazienza.
La cobaita, il dolce della lentezza
Viviamo in un’epoca sin troppo movimentata e veloce. Proprio per questo motivo molti siciliani considerano oggi la degustazione di un pezzo di cobaita come una scusa per rallentare, quella lentezza che tutti oggi vorrebbero far entrare nella propria vita. È bello dopo una lunga e caotica giornata, rallentare, fermarsi, prendersi una lunga pausa, così da lasciare fuori i cattivi pensieri, lo stress, le ansie e far entrare dentro di sé solo ed esclusivamente la dolcezza. Degustare un pezzo di cobaita aiuta nell’introspezione, permette di meditare e pensare alla propria vita, alle priorità, a ciò che abbiamo di più importante, aiuta anche proprio per questi motivi a prendere delle decisioni in modo razionale.
Non solo, dato che la cobaita ha bisogno di lentezza per essere gustata questo significa che è possibile restare a tavola molto più a lungo, rendere più lento l’alzarsi, rendere possibile gustare ancora un po’ tutto il bello che c’è nella convivialità, nelle feste, nel calore della famiglia.
Foto in evidenza da Instagram @_barbara_conti
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